La parola esatta è Paura, con la P maiuscola per dimostrare quanto io la rispetti e la temi. Paura di tutto...Sono spaventata dal futuro, dal prendere decisioni, dall'amore, dal dolore, dagli sbagli, dai rimpianti. Ho paura del tempo che passa inesorabile, delle occasioni che posso lasciarmi sfuggire. A volte invidio quasi le persone misere, quelle che nella loro vita non aspirano ad altro che al divano e al cibo. Non si fanno problemi e non si pongono domande. Io invece me ne pongo troppe. Qual'è il senso delle nostre esistenze? Vivere cercando di godere il più possibile? Trovare uno scopo nobile? Crearsi una famiglia e perpetuare la specie? Se mi lascio sopraffare da questi interrogativi, comincia a mancarmi il fiato e per forza di cose devo distrarmi. Ho 29 anni, sono giovane, ma mi ritrovo a guardare il mio fratellino ed i suoi amici e sento il peso di quei dieci anni che ci separano. Mi sembra passata un'eternità dai miei 18 anni...dalle giornate passate a scuola, al mare, in città...E nello stesso tempo pare ieri. Però adesso sono adulta. Ma non ho la minima idea di cosa fare della mia vita. E se avessi studiato tanto per niente? Come si fa a sapere qual'è la strada giusta? Come è possibile non avere dubbi? Forse capita di lasciarsi trascinare dalla vita in una direzione e di ritrovarsi vecchi, pensando di averla scelta noi quella direzione. Invece semplicemente siamo montati su uno di quei nastri trasportatori che ci sono negli aeroporti, da cui non è possibile scendere...Io vorrei sapere qual'è il mio destino. Desidererei essere una di quelle persone che dalla nascita hanno bene chiaro davanti il loro obiettivo che perseguono costantemente. Io ho invece così paura di sbagliarmi...E di pentirmi...Così lascio che il tempo continui a scorrere, sperando di avere un'illuminazione lungo il percorso...Anche se so che potrebbe non accadere mai...non passa giorno che non mi imbatta in persone frustrate, che odiano il loro lavoro, che tradiscono le loro famiglie...Quindi mi dico che alla fine non è importante quale lavoro farò, basta che mi renda felice...Non mi interessa la carriera, non mi interessa se ho studiato anni per una cosa ma finirò con il farne un'altra perchè alla fine dei conti per me è importante soltanto una cosa...Essere libera! E che io diventi uno stimato dermatologo o mi ritrovi a fare contenta qualche donnetta con le rughe...non mi importa. Voglio poter essere libera di viaggiare, di prendemi del tempo per me, di stare con i miei figli, di uscire con gli amici, di leggere, di scrivere...E qualsiasi cosa mi darà TEMPO, io l'accetterò. Tempo per ridere, tempo per piangere, tempo per guardare la gente che passa da dietro un vetro, tempo per cucinare, tempo per amare, tempo per sognare, tempo per ricordare. TEMPO, TEMPO,TEMPO.
Io scrivo, prima di tutto, per necessità. Oggi è la Vigilia di Natale e sento la necessità di farlo, perchè mi è stata fatta una domanda banale tempo fa e la mia risposta tuttora non mi soddisfa. "Ti piace il Natale?" E' una domanda banale, no? Eppure non lo è. La mia risposta è stata frettolosa, troppo superficiale, perchè non me l'aspettavo e perchè era tanto che non rivolgevo a me stessa questo interrogativo. Ricordo una me che adorava questo periodo dell'anno, il più bello di tutti. Ricordo i miei ricordi dei Natali passati, dei nonni intorno alla tavola, delle tombolate, dell'ansia sotto il piumone nell'avvertire rumori sospetti di zoccoli di renna, della meraviglia dei regali. Ricordo un tardo pomeriggio, io sdraiata sopra le gambe di babbo mentre lui mi faceva ridere suonando le mie costole come fossero le corde di una chitarra, mentre un'ombra di Babbo Natale passava dietro i vetri della finestra del salotto. Ricordo la musica che risuonava ne
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