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No!!!!

Vi capita mai, mentre state lavorando o  camminate per la strada, mentre ascoltate la musica o guardate la gente passarvi accanto,di essere sopraffatti dal terrore? Terrore cieco. A me spesso, quando penso al futuro. Per una come me l'incertezza, il non sapere, è un supplizio. Io che ho sempre bisogno, in qualsiasi momento, di sapere dove sto andando, anche se la destinazione è lontana ed irraggiungibile..Mi serve un nord verso cui puntare la mia bussola, mi serve la certezza che ci sia un lieto fine..Ed invece sono in balia delle onde del destino, muovo un passo e non so se è nella direzione giusta, e quindi affondo bene bene il piede nella neve sperando che vi rimanga il segno il più a lungo possibile, nel caso decida di fare retro-front. Ma la neve si scioglierà prima o poi...Mentre i miei timori saranno ancora lì...Il tempo passa ed io vorrei trovare il mio posto nel mondo...Che sia un lavoro da amare profondamente o che sia semplicemente accanto ad un uomo che cancelli la mia voglia di scappare. Un uomo che mi ancori a sè, e che si ancori a me. Per sempre. E che non si stupisca se gli chiedo "Ma se mangi il caviale, poi ti nascono i piccoli di storione nella pancia?", ma mi risponda semplicemente "No!", spazzando via  i miei dubbi con una sola sillaba, senza "Ma" nè "Se". NO!!!

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Ti piace il Natale?

Io scrivo, prima di tutto, per necessità. Oggi è la Vigilia di Natale e sento la necessità di farlo, perchè mi è stata fatta una domanda banale tempo fa e la mia risposta tuttora non mi soddisfa.  "Ti piace il Natale?" E' una domanda banale, no? Eppure non lo è. La mia risposta è stata frettolosa, troppo superficiale, perchè non me l'aspettavo e perchè era tanto che non rivolgevo a me stessa questo interrogativo. Ricordo una me che adorava questo periodo dell'anno, il più bello di tutti. Ricordo i miei ricordi dei Natali passati, dei nonni intorno alla tavola, delle tombolate, dell'ansia sotto il piumone nell'avvertire rumori sospetti di zoccoli di renna, della meraviglia dei regali. Ricordo un tardo pomeriggio, io sdraiata sopra le gambe di babbo mentre lui mi faceva ridere suonando le mie costole come fossero le corde di una chitarra, mentre un'ombra di Babbo Natale passava dietro i vetri della finestra del salotto. Ricordo la musica che risuonava ne

L' ardire.

 Alla domanda «Come immagini la tua mente?» ho risposto «Come una rete incasinata». «Puoi dirmi qualcosa di più di questa rete?» La vedevo come una serie di ragnatele parallele fra loro disposte su piani che si intersecano a creare un intrico di fili grigi, a maglie abbastanza strette. Sfondo nero. E mi sentivo costretta tra quelle reti. «Cosa faresti a quella rete?» Ho mimato il gesto di allargarla partendo dal centro e spingendo verso i lati in modo che le ragnatele rimanessero sui bordi e al centro aumentasse il nero. Poi ho visto un volto emergere da quel buio. E poi piano piano quel tunnel di fili si è trasformato in un tunnel fatto di tronchi e chiome verdi, fitti fitti da schermare in buona parte la luce del sole che filtrava nel tentativo di rischiarare tutto. E poi ho aggangiato il ricordo della mia poesia preferita, I Boschi di Westermain, e l'immagine della copertina del mio libro preferito in cui nel mezzo del bosco è dipinta una casa. "Entra in quei boschi incanta

I Boschi di Westermain.

Entra in quei boschi incantati tu che ne hai l'ardire. Niente ti farà del male sotto le foglie Più di quanto non ne faccia il nuotatore alle onde che fende. Getta in alto il tuo cuore lassù con l'allodola, Camminando in pace con il topo ed il verme, viaggerai bene. Solo per timore del buio Trema, ed essi lascieranno la loro forma. Migliaia di occhi sotto i cappucci stanno intorno ai tuoi capelli. Entra in quei boschi incantati tu che ne hai l'ardire. George Meredith La mia poesia preferita di sempre. Buon 1 Maggio!