Vi capita mai, mentre state lavorando o camminate per la strada, mentre ascoltate la musica o guardate la gente passarvi accanto,di essere sopraffatti dal terrore? Terrore cieco. A me spesso, quando penso al futuro. Per una come me l'incertezza, il non sapere, è un supplizio. Io che ho sempre bisogno, in qualsiasi momento, di sapere dove sto andando, anche se la destinazione è lontana ed irraggiungibile..Mi serve un nord verso cui puntare la mia bussola, mi serve la certezza che ci sia un lieto fine..Ed invece sono in balia delle onde del destino, muovo un passo e non so se è nella direzione giusta, e quindi affondo bene bene il piede nella neve sperando che vi rimanga il segno il più a lungo possibile, nel caso decida di fare retro-front. Ma la neve si scioglierà prima o poi...Mentre i miei timori saranno ancora lì...Il tempo passa ed io vorrei trovare il mio posto nel mondo...Che sia un lavoro da amare profondamente o che sia semplicemente accanto ad un uomo che cancelli la mia voglia di scappare. Un uomo che mi ancori a sè, e che si ancori a me. Per sempre. E che non si stupisca se gli chiedo "Ma se mangi il caviale, poi ti nascono i piccoli di storione nella pancia?", ma mi risponda semplicemente "No!", spazzando via i miei dubbi con una sola sillaba, senza "Ma" nè "Se". NO!!!
Io scrivo, prima di tutto, per necessità. Oggi è la Vigilia di Natale e sento la necessità di farlo, perchè mi è stata fatta una domanda banale tempo fa e la mia risposta tuttora non mi soddisfa. "Ti piace il Natale?" E' una domanda banale, no? Eppure non lo è. La mia risposta è stata frettolosa, troppo superficiale, perchè non me l'aspettavo e perchè era tanto che non rivolgevo a me stessa questo interrogativo. Ricordo una me che adorava questo periodo dell'anno, il più bello di tutti. Ricordo i miei ricordi dei Natali passati, dei nonni intorno alla tavola, delle tombolate, dell'ansia sotto il piumone nell'avvertire rumori sospetti di zoccoli di renna, della meraviglia dei regali. Ricordo un tardo pomeriggio, io sdraiata sopra le gambe di babbo mentre lui mi faceva ridere suonando le mie costole come fossero le corde di una chitarra, mentre un'ombra di Babbo Natale passava dietro i vetri della finestra del salotto. Ricordo la musica che risuonava ne
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