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Visualizzazione dei post da 2014

Luna.

Scrivo ora, che è passato ormai più di un mese, controvoglia, perchè mi fa soffrire. E perchè non volevo ancora scrivere di qualcuno che non c'è più. Ma così è e nonostante sia comunque un argomento triste è stato tale solo nella sua conclusione, prima è stato felice, tanto. Luna è entrata nelle vita della mia famiglia nel giugno del 2002. Avevo sempre desiderato un cane, sin da quando ero piccola, ma i miei genitori non avevano mai esaudito il mio desiderio agganciandosi alla solita scusa: "Siete troppo piccoli! (riferendosi a me e mio fratello). Quando sarete più grandi vedremo!". Gli anni passavano e la scusa non cambiava finchè un giorno, finalmente cresciuti, un pargoletto rinsecchito fece il suo ingresso in famiglia e la scusa mutò: "Quando Nicolò sarà grande!" Bella fregatura. Poi un giorno Nicolò tornò da scuola con un avviso sul quaderno: regalavano cuccioli di pochi mesi. Nicolò aveva otto anni ed ebbe la meglio, supportato da noi e dai sensi di col

Ad un amico.

È mattina presto, di un martedì caldo e feriale, in una piccola baia della Sardegna. Sono partita venerdì con il cuore pieno di tristezza. È morto un amico mio e di tanti altri. Non vi dirò quanto lo conoscevo bene perché in fondo ho scoperto di sapere poche cose sul suo conto. Poche ma sufficienti a far di lui un amico. Amava i libri, come me, le storie e le persone. Amava ridere e sognare. Amava la vita. Se n' è andato così,  senza preavviso, come una pagina girata dal vento, quando siamo un po' distratti. Purtroppo però non c'è concesso voltare nuovamente quella pagina, è andata ormai. Lui era uno con le palle, come si dice dalle mie parti, lui non si era arreso ai tempi che cambiano, alle delusioni e alle sconfitte. Era un lottatore e per questo è uscito di scena così,  senza preavviso... lui non avrebbe mai acconsentito. Il mio pensiero non fa che tornare a lui,  a come sono stata letteralmente accolta a braccia aperte nel suo entusiasmo. I sognatori sono fatti di u

Piazza dei Mille. Com'era e com'è.

Non mi abituerò mai alle cose che cambiano, soprattutto a quelle che cambiano in peggio. Ieri sono stata a trovare mia nonna, che abita in un vecchio palazzo di quattro piani, in Piazza dei Mille, a Livorno. Arrivando da Piazza della Repubblica sono passata da via della Pina D'oro. Un tempo qui c'era un grande magazzino di dolciumi, poi una pescheria di quelle dove si sentiva parlare il vero livornese, con le donne in fila con le mani sui fianchi e le borse piene di spesa, e dove a fine giornata rivoli di acqua insaponata scivolavano via sul marciapiede; c'era il pasticcere di quartiere, prima Vaiani e poi Ciardelli, che insaporiva l'aria della strada rendendola fragrante e zuccherata; c'erano i panifici e un bar di vecchio stampo, dove andavo a comprare il calippo e rigorosamente mi ustionavo le mani tanto era freddo e restio ad uscire dalla confezione; c'era il norcino con le salsicce e i prosciutti appesi al soffitto: uno dei proprietari un giorno si era aff

Il mio talento.

Pasquetta bigia, nuvole noiose e aria incerta. Sarà il tempo o sarò io? Diciamo che un po' di colpa il tempo l'ha sempre: è troppo poco, scorre veloce, è brutto, è lento, non torna più etc etc... Stamani riflettevo su una cosa su cui in realtà rifletto da un bel po'... Non ho un talento ben preciso, nel senso che non c'è una cosa unica che io sappia fare come dio comanda, una cosa in cui io eccella. So fare tante cose, in maniera discreta, ma nessuna supera un'altra. Sarà questo il motivo per cui non riesco a stare ferma con la mente neanche 5 minuti? Sarà questo il mio talento, saper fare un po' di tutto? Bah! Alle volte è snervante perchè mi sento come se ancora non avessi trovato pace. La mia professione mi calza un po' stretta, troppe regole, poca creatività. Immagino la mia vita come una strada a più corsie parallele in cui io posso viaggiare a seconda del giorno, del tempo, dello stato d'animo e del capriccio, saltanto dall'una all'altra.

Vento.

Un delicato equilibrio tra il desiderio e la paura, tra il credere e lo sperare, tra ciò che sei e quello che potresti essere. Da una parte la mente, con la sua logica, con i suoi conti, con il suo essere "per terra"; dall'altra parte il cuore, con i suoi nonsensi, con i suoi sorrisi, con il suo essere "tra le nuvole". Dov'è l'esatto punto medio del segmento che unisce testa e anima? Dov'è la bolla che bilancia la livella? Il posto giusto è quello in cui non ti chiedi più "Cosa ci faccio qui?", dove il tempo scorre ancora, ma sospeso... è il posto in cui tutto è semplice, pur essendo estremamente complicato. Esiste però uno strano senso di incertezza, in un punto indefinito tra il cuore e il cervello, che oscilla spostando continuamente il baricentro prima da un lato, poi dall'altro e da questo suo oscillare nasce la vertigine. La vertigine è sia paura di cadere che voglia di volare. Per superarla è necessario librarsi in aria ad ali

Primo giorno dell'anno.

Avrei voluto svegliarmi accompagnata da sensazioni migliori, questa mattina, ma così non è stato. La colpa non è di nessuno, le cose accadono, anche se tu non vorresti, anche se è il primo giorno del nuovo anno e da come questo si presenta dovresti già fare una stima dei giorni che verranno. Se dovessi basarmi su oggi, direi che il 2014 sarà uno schifo. Decisamente. Ma il nuovo anno non lo sa d'essere al suo inizio, non sa che dovrebbe essere più generoso oggi, con tutti noi. La vita va avanti con i suoi alti e bassi e a noi non resta che affrontarla, armati fino ai denti. Perchè questo è ciò che conta: non arrendersi. Non arrendersi al pessimismo, alla negatività, alla sensazione di non aver vie d'uscita. Una via d'uscita c'è sempre finchè ci sarà una possibilità di scegliere. Oggi era una bella giornata di sole qui a casa mia. Il lungomare pieno di gente, di voci, di auguri. Si vedevano tutte le isole dell'arcipelago, laggiù all'orizzonte, persino la Corsica.