E' il primo giorno del 2023, un nuovo anno ancora pandemico. Se proprio avessi dovuto esprimere un desiderio, sarebbe stato di sveglarmi da questo incubo e ritrovarmi a Dicembre 2019, di ritorno da un breve viaggetto a Londra a trovare mio fratello, in uno stato di totale ingenuità riguardo a ciò che il futuro poteva portare con sè. La pandemia mi ha privato di quel residuo di ingenuità che mi faceva essere ottimista e guardare al domani con speranza; mi ha tolto la leggerezza di avvicinare il capo ad un amico per guardare lo stesso stupido schermo di un cellulare; mi ha precluso cene e merende tra le mura di casa, festeggiamenti di compleanni invernali e pure il primo della mia bestiolina; ha reso la mia necessità di controllare e prevedere affannosa e mi ha messo di fronte al fatto che non riuscirò a controllare e prevedere come facevo prima. Io che non posso essere tenuta al guinzaglio, io che non posso avere un "capo", io che non posso avere catene e limiti imposti