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Primo giorno dell'anno.

Avrei voluto svegliarmi accompagnata da sensazioni migliori, questa mattina, ma così non è stato. La colpa non è di nessuno, le cose accadono, anche se tu non vorresti, anche se è il primo giorno del nuovo anno e da come questo si presenta dovresti già fare una stima dei giorni che verranno. Se dovessi basarmi su oggi, direi che il 2014 sarà uno schifo. Decisamente. Ma il nuovo anno non lo sa d'essere al suo inizio, non sa che dovrebbe essere più generoso oggi, con tutti noi. La vita va avanti con i suoi alti e bassi e a noi non resta che affrontarla, armati fino ai denti. Perchè questo è ciò che conta: non arrendersi. Non arrendersi al pessimismo, alla negatività, alla sensazione di non aver vie d'uscita. Una via d'uscita c'è sempre finchè ci sarà una possibilità di scegliere.
Oggi era una bella giornata di sole qui a casa mia. Il lungomare pieno di gente, di voci, di auguri. Si vedevano tutte le isole dell'arcipelago, laggiù all'orizzonte, persino la Corsica. Ho camminato, con la musica nelle orecchie, e ho guardato quel cielo divenire prima indaco, poi grigio ed infine blu notte, con il sole rosso che proiettava lingue di fuoco sulle navi. Mi sono sentita viva e forte, ed una volta di più libera. Libera di essere me stessa. Ognuno di noi dovrebbe esserlo. Ogni nuovo primo giorno dell'anno, ogni santissimo giorno dell'anno.

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Ti piace il Natale?

Io scrivo, prima di tutto, per necessità. Oggi è la Vigilia di Natale e sento la necessità di farlo, perchè mi è stata fatta una domanda banale tempo fa e la mia risposta tuttora non mi soddisfa.  "Ti piace il Natale?" E' una domanda banale, no? Eppure non lo è. La mia risposta è stata frettolosa, troppo superficiale, perchè non me l'aspettavo e perchè era tanto che non rivolgevo a me stessa questo interrogativo. Ricordo una me che adorava questo periodo dell'anno, il più bello di tutti. Ricordo i miei ricordi dei Natali passati, dei nonni intorno alla tavola, delle tombolate, dell'ansia sotto il piumone nell'avvertire rumori sospetti di zoccoli di renna, della meraviglia dei regali. Ricordo un tardo pomeriggio, io sdraiata sopra le gambe di babbo mentre lui mi faceva ridere suonando le mie costole come fossero le corde di una chitarra, mentre un'ombra di Babbo Natale passava dietro i vetri della finestra del salotto. Ricordo la musica che risuonava ne

L' ardire.

 Alla domanda «Come immagini la tua mente?» ho risposto «Come una rete incasinata». «Puoi dirmi qualcosa di più di questa rete?» La vedevo come una serie di ragnatele parallele fra loro disposte su piani che si intersecano a creare un intrico di fili grigi, a maglie abbastanza strette. Sfondo nero. E mi sentivo costretta tra quelle reti. «Cosa faresti a quella rete?» Ho mimato il gesto di allargarla partendo dal centro e spingendo verso i lati in modo che le ragnatele rimanessero sui bordi e al centro aumentasse il nero. Poi ho visto un volto emergere da quel buio. E poi piano piano quel tunnel di fili si è trasformato in un tunnel fatto di tronchi e chiome verdi, fitti fitti da schermare in buona parte la luce del sole che filtrava nel tentativo di rischiarare tutto. E poi ho aggangiato il ricordo della mia poesia preferita, I Boschi di Westermain, e l'immagine della copertina del mio libro preferito in cui nel mezzo del bosco è dipinta una casa. "Entra in quei boschi incanta

I Boschi di Westermain.

Entra in quei boschi incantati tu che ne hai l'ardire. Niente ti farà del male sotto le foglie Più di quanto non ne faccia il nuotatore alle onde che fende. Getta in alto il tuo cuore lassù con l'allodola, Camminando in pace con il topo ed il verme, viaggerai bene. Solo per timore del buio Trema, ed essi lascieranno la loro forma. Migliaia di occhi sotto i cappucci stanno intorno ai tuoi capelli. Entra in quei boschi incantati tu che ne hai l'ardire. George Meredith La mia poesia preferita di sempre. Buon 1 Maggio!