Io scrivo, prima di tutto, per necessità. Oggi è la Vigilia di Natale e sento la necessità di farlo, perchè mi è stata fatta una domanda banale tempo fa e la mia risposta tuttora non mi soddisfa.
"Ti piace il Natale?"
E' una domanda banale, no? Eppure non lo è. La mia risposta è stata frettolosa, troppo superficiale, perchè non me l'aspettavo e perchè era tanto che non rivolgevo a me stessa questo interrogativo.
Ricordo una me che adorava questo periodo dell'anno, il più bello di tutti. Ricordo i miei ricordi dei Natali passati, dei nonni intorno alla tavola, delle tombolate, dell'ansia sotto il piumone nell'avvertire rumori sospetti di zoccoli di renna, della meraviglia dei regali. Ricordo un tardo pomeriggio, io sdraiata sopra le gambe di babbo mentre lui mi faceva ridere suonando le mie costole come fossero le corde di una chitarra, mentre un'ombra di Babbo Natale passava dietro i vetri della finestra del salotto. Ricordo la musica che risuonava nell'aria, il camino acceso e l'affaccendarsi intorno ai fornelli; ricordo le mie liste di regali, che conservo ancora, e la felicità nel girare per trovare il dono giusto per tutti.
Il Natale è lo scrigno dei ricordi e forse alcuni, ritornando, fanno anche un po' male e io voglio soffrire il meno possibile.Tutto muta, inivitabilmente, mentre la felicità, dicono, sia desiderio di ripetizione.
Ho messo il CD di Mariah poco fa, datato 1994, e l'ho ascoltato con la mia bestiolina sulle ginocchia, piangendo. Avevo 11 anni quando uscì, allora il Natale lo adoravo, lo so per certo.
Ho perso la sua magia lungo la strada dell vita, conoscendo la natura dell'essere umano e la sua ipocrisia. Ma intercetto piccole schegge incantate piene di luce nei libri per bambini, quei bambini che spero diventeranno essere meravigliosi che renderanno il mondo un posto migliore per tutti.
Perdonatemi se non sono dotata del dono della leggerezza e se non riesco a non pensare a tutti quei bambini a cui stanno intenzionalmente portando via tutta la magia dell'infanzia, a cui stanno portando via tutto, letteralmente.
Il mio augurio è il cessate il fuoco per Gaza.
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