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Glassa al cocco e compagnia bella...

Oggi mi sono svegliata con la neve alta 20 cm...Dovevo andare a lavoro, ma sulla strada di casa c'erano diversi rami caduti..Ormai però ero sveglia e vestita quindi mi sono detta: "Perchè no?"...Ed invece di tornarmene a nanna, sono uscita alle sette e un quarto...Che dire...Uno spettacolo...Tutto ricoperto di una spessa glassa al cocco : la strada fusa con il marciapiede, le chiome degli alberi pendenti per il troppo peso, biciclette congelate, macchine sommerse e le prime impronte dell'uomo a violare il candido manto...Anche le mie. Poche persone in giro, io con la macchina fotgrafica ad immortale scene rare da queste parti...La cosa più bella è stata il rumore della neve sotto le scarpe...difficile da descrivere...sordo e scricchiolante allo stesso tempo...Ma ancora più bella la consapevolezza di essere sveglia, mentre tutti dormivano, a godermi qualcosa di unico e magico..Sembrava quasi che da un momento all'altro dovesse comparire il fauno di Narnia pronto ad offrirmi un tè caldo...Poi sono tornata in casa per portare Luna  sulla neve...chissà cosa deve sembrare ad un cane l'enorme distesa imbiancata...E nuove impronte si sono aggiunte...di lupo stavolta. L'uomo ed il lupo...La neve mi riporta agli albori, al primitivo che c'è in me...Ieri sera ho persino camminato a bocca aperta nel tentativo di mangiare qualche fiocco...Quindi oggi niente lavoro, sono uscita soltanto per portare qualche vivero alla mia nonna,neanche fossimo in tempo di guerra...Il mercato era mezzo vuoto, le strade pure fatta eccezione per i bambini che giocavano a pallate o creavano pupazzi di neve sbilenchi...Ho visto persino un gruppetto di senegalesi ridere e fotografarsi a vicenda in mezzo alla neve...Al giorno d'oggi meravigliarsi è sempre più difficile, ma fortunatamente a me riesce ancora...Meraviglia...ecco cosa ho provato stamani mattina appena chiusa la porta di casa. Il resto del giorno l'ho passata a scrivere spinta dalla forza delle neve e di tutto ciò che inconsapevolmente ha portato con sè...Piccola pausa per fare i cantuccini cioccolato e mandorle e poi di nuovo a creare. Buona neve a tutti. Buona glassa al cocco.

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Ti piace il Natale?

Io scrivo, prima di tutto, per necessità. Oggi è la Vigilia di Natale e sento la necessità di farlo, perchè mi è stata fatta una domanda banale tempo fa e la mia risposta tuttora non mi soddisfa.  "Ti piace il Natale?" E' una domanda banale, no? Eppure non lo è. La mia risposta è stata frettolosa, troppo superficiale, perchè non me l'aspettavo e perchè era tanto che non rivolgevo a me stessa questo interrogativo. Ricordo una me che adorava questo periodo dell'anno, il più bello di tutti. Ricordo i miei ricordi dei Natali passati, dei nonni intorno alla tavola, delle tombolate, dell'ansia sotto il piumone nell'avvertire rumori sospetti di zoccoli di renna, della meraviglia dei regali. Ricordo un tardo pomeriggio, io sdraiata sopra le gambe di babbo mentre lui mi faceva ridere suonando le mie costole come fossero le corde di una chitarra, mentre un'ombra di Babbo Natale passava dietro i vetri della finestra del salotto. Ricordo la musica che risuonava ne

L' ardire.

 Alla domanda «Come immagini la tua mente?» ho risposto «Come una rete incasinata». «Puoi dirmi qualcosa di più di questa rete?» La vedevo come una serie di ragnatele parallele fra loro disposte su piani che si intersecano a creare un intrico di fili grigi, a maglie abbastanza strette. Sfondo nero. E mi sentivo costretta tra quelle reti. «Cosa faresti a quella rete?» Ho mimato il gesto di allargarla partendo dal centro e spingendo verso i lati in modo che le ragnatele rimanessero sui bordi e al centro aumentasse il nero. Poi ho visto un volto emergere da quel buio. E poi piano piano quel tunnel di fili si è trasformato in un tunnel fatto di tronchi e chiome verdi, fitti fitti da schermare in buona parte la luce del sole che filtrava nel tentativo di rischiarare tutto. E poi ho aggangiato il ricordo della mia poesia preferita, I Boschi di Westermain, e l'immagine della copertina del mio libro preferito in cui nel mezzo del bosco è dipinta una casa. "Entra in quei boschi incanta

I Boschi di Westermain.

Entra in quei boschi incantati tu che ne hai l'ardire. Niente ti farà del male sotto le foglie Più di quanto non ne faccia il nuotatore alle onde che fende. Getta in alto il tuo cuore lassù con l'allodola, Camminando in pace con il topo ed il verme, viaggerai bene. Solo per timore del buio Trema, ed essi lascieranno la loro forma. Migliaia di occhi sotto i cappucci stanno intorno ai tuoi capelli. Entra in quei boschi incantati tu che ne hai l'ardire. George Meredith La mia poesia preferita di sempre. Buon 1 Maggio!