Giorno di festa, giorno di pulizie. Reparto libri ed annessi. Impresa biblica.
Qualcosa nel mio subconscio ha tramato per tutta la notte ed al mattino, appena sveglia, ho guardato la libreria ed è stato più forte di me. Ma non ho riordinato solamente le decine e decine di libri che ho, ho riordinato anche un po' la mia memoria.
Posso essere paragonata ad un elefante per le mie capacità mnesiche. Ricordo praticamente tutto: parole, vestiti, volti, nomi, sensazioni, numeri...
Mamma quando ha un dubbio viene da me. E' sempre stato così, non lo faccio apposta. Catalogo ogni informazione, anche la più banale.
Ho ritrovato tantissimi bigliettini d'auguri, cartoline inviate da persone lontanissime nel tempo e poi lettere. Tantissime lettere, che mi hanno fatto pensare ai tempi in cui non esisteva il cellulare e facebook. Comunicavamo tramite lettere, cascate infinite di parole, grafie che celavano personalità diverse, poesie, racconti. Poi mi domando perchè ami tanto scrivere.
In quelle lettere ho ritrovato un po' di me, attraverso le mie parole ed attraverso quelle degli altri.
Sono stata così amata....Non me lo ricordavo e soprattutto non ricordavo cosa volesse dire. Forse ero troppo piccola per capirlo davvero. Ed in un momento in cui l'autostima tentenna, era quello di cui avevo bisogno. Persone che credevano in me, che mi ritenevano speciale, che mi pregavano di non cambiare, di non cedere alle brutture della vita.
Ho versato qualche lacrima, lo ammetto. Soprattutto leggendo una cartolina del 2008 di nonno Pici.
"Con vecchi ricordi di gocce cadenti su mani aperte."
Era diretta a me, un anno e mezzo prima che morisse.
A sei mesi, in vacanza a Marilleva, in collo a lui, giocavo con una goccia che cadeva da un tetto e con la manina aperta cercavo di prenderla. Abbiamo una foto che ci ritrae così.
"Con vecchi ricordi di gocce cadenti su mani aperte."
Io ridevo, lui pure, in un momento fuori dal tempo.
Piango, perchè non si può tornare indietro. Piango, perchè sono stata tanto amata. Piango, per la mancanza. Eppure non credo di avergli mai detto, una sola volta, quanto gli volessi bene.
La foto non è questa perchè l'originale è ancora nello studio di nonno, comunque è stata scattata nella stessa vacanza.
Mettere in ordine non fa per me.
Qualcosa nel mio subconscio ha tramato per tutta la notte ed al mattino, appena sveglia, ho guardato la libreria ed è stato più forte di me. Ma non ho riordinato solamente le decine e decine di libri che ho, ho riordinato anche un po' la mia memoria.
Posso essere paragonata ad un elefante per le mie capacità mnesiche. Ricordo praticamente tutto: parole, vestiti, volti, nomi, sensazioni, numeri...
Mamma quando ha un dubbio viene da me. E' sempre stato così, non lo faccio apposta. Catalogo ogni informazione, anche la più banale.
Ho ritrovato tantissimi bigliettini d'auguri, cartoline inviate da persone lontanissime nel tempo e poi lettere. Tantissime lettere, che mi hanno fatto pensare ai tempi in cui non esisteva il cellulare e facebook. Comunicavamo tramite lettere, cascate infinite di parole, grafie che celavano personalità diverse, poesie, racconti. Poi mi domando perchè ami tanto scrivere.
In quelle lettere ho ritrovato un po' di me, attraverso le mie parole ed attraverso quelle degli altri.
Sono stata così amata....Non me lo ricordavo e soprattutto non ricordavo cosa volesse dire. Forse ero troppo piccola per capirlo davvero. Ed in un momento in cui l'autostima tentenna, era quello di cui avevo bisogno. Persone che credevano in me, che mi ritenevano speciale, che mi pregavano di non cambiare, di non cedere alle brutture della vita.
Ho versato qualche lacrima, lo ammetto. Soprattutto leggendo una cartolina del 2008 di nonno Pici.
"Con vecchi ricordi di gocce cadenti su mani aperte."
Era diretta a me, un anno e mezzo prima che morisse.
A sei mesi, in vacanza a Marilleva, in collo a lui, giocavo con una goccia che cadeva da un tetto e con la manina aperta cercavo di prenderla. Abbiamo una foto che ci ritrae così.
"Con vecchi ricordi di gocce cadenti su mani aperte."
Io ridevo, lui pure, in un momento fuori dal tempo.
Piango, perchè non si può tornare indietro. Piango, perchè sono stata tanto amata. Piango, per la mancanza. Eppure non credo di avergli mai detto, una sola volta, quanto gli volessi bene.
La foto non è questa perchè l'originale è ancora nello studio di nonno, comunque è stata scattata nella stessa vacanza.
Mettere in ordine non fa per me.
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