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Attese.

Stamani mattina presto ho acceso Facebook ed ho letto un articolo di un blog. Parlava della PAZIENZA, del saper attendere placidamente che il tempo e le cose facciano il proprio corso. E' una cosa che non so fare. Ahimè Ahinoi!!!
Io ed il Tempo abbiamo un rapporto di Amore ed Odio. Adoro lo scorrere costante e consolatorio delle stagioni, le giornate scandite dalle ore, la possibilità di "Avere Tempo". Ma mi spaventa anche a morte. Perchè non si può tornare indietro, non si può rivivere una seconda volta e soprattutto perchè il Tempo avrà fine. Quindi il terrore che finisca, che scorra troppo veloce, mi spinge a cercare di anticiparlo. L'attesa mi dilania, Anima e Corpo, perchè mi dico che sto sprecando energia in cose inutili, privandomi della possibilità di dedicarmi ad altre prospettive. E' un cane che si morde la coda, I Know. Però ognuno è fatto a modo suo e per quanto io mi sforzi e dica a me stessa di rallentare o di non angosciarmi, l'effetto positivo dura poco. Comunque è sempre la paura di trovarmi "sul lato sbaglaito della strada" che mi porta a vivere così. Le attese non fanno per me. E non credo che cambierò. Sono come un torrente di montagna che scende ripido a valle passando tra rocce acuminate e fredde, incurante degli argini. E poi, in fin dei conti, il mondo è bello perchè è vario. Isn't so???

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Ti piace il Natale?

Io scrivo, prima di tutto, per necessità. Oggi è la Vigilia di Natale e sento la necessità di farlo, perchè mi è stata fatta una domanda banale tempo fa e la mia risposta tuttora non mi soddisfa.  "Ti piace il Natale?" E' una domanda banale, no? Eppure non lo è. La mia risposta è stata frettolosa, troppo superficiale, perchè non me l'aspettavo e perchè era tanto che non rivolgevo a me stessa questo interrogativo. Ricordo una me che adorava questo periodo dell'anno, il più bello di tutti. Ricordo i miei ricordi dei Natali passati, dei nonni intorno alla tavola, delle tombolate, dell'ansia sotto il piumone nell'avvertire rumori sospetti di zoccoli di renna, della meraviglia dei regali. Ricordo un tardo pomeriggio, io sdraiata sopra le gambe di babbo mentre lui mi faceva ridere suonando le mie costole come fossero le corde di una chitarra, mentre un'ombra di Babbo Natale passava dietro i vetri della finestra del salotto. Ricordo la musica che risuonava ne

L' ardire.

 Alla domanda «Come immagini la tua mente?» ho risposto «Come una rete incasinata». «Puoi dirmi qualcosa di più di questa rete?» La vedevo come una serie di ragnatele parallele fra loro disposte su piani che si intersecano a creare un intrico di fili grigi, a maglie abbastanza strette. Sfondo nero. E mi sentivo costretta tra quelle reti. «Cosa faresti a quella rete?» Ho mimato il gesto di allargarla partendo dal centro e spingendo verso i lati in modo che le ragnatele rimanessero sui bordi e al centro aumentasse il nero. Poi ho visto un volto emergere da quel buio. E poi piano piano quel tunnel di fili si è trasformato in un tunnel fatto di tronchi e chiome verdi, fitti fitti da schermare in buona parte la luce del sole che filtrava nel tentativo di rischiarare tutto. E poi ho aggangiato il ricordo della mia poesia preferita, I Boschi di Westermain, e l'immagine della copertina del mio libro preferito in cui nel mezzo del bosco è dipinta una casa. "Entra in quei boschi incanta

I Boschi di Westermain.

Entra in quei boschi incantati tu che ne hai l'ardire. Niente ti farà del male sotto le foglie Più di quanto non ne faccia il nuotatore alle onde che fende. Getta in alto il tuo cuore lassù con l'allodola, Camminando in pace con il topo ed il verme, viaggerai bene. Solo per timore del buio Trema, ed essi lascieranno la loro forma. Migliaia di occhi sotto i cappucci stanno intorno ai tuoi capelli. Entra in quei boschi incantati tu che ne hai l'ardire. George Meredith La mia poesia preferita di sempre. Buon 1 Maggio!