Domani c'è la tanto attesa apertura del nuovo mega magazzino del troiaio in via Grande, a Livorno. Giusto perchè ce n'era proprio bisogno di uno straccivendolo. Però c'è nelle più grandi città, ed alla fine non ce l'ho nè con il brand nè con chi lo dirige. Ce l'ho con chi ha permesso che un teatro storico venisse demolito. Buttato giù, smantellato, smembrato, frantumato....
Ho scritto una letterina al Tirreno, giusto per dire due parole sul teatro...Non so se la pubblicheranno....
Io e La Gran Guardia, come tante altre ballerine, abbiamo un legame speciale...
Il mio primo saggio è stato lì, più di vent'anni fa....E l'appuntamento si è ripetuto per tanti anni ancora, finchè non ha chiuso cedendo il posto al più popolare e voluto Teatro Goldoni.
La mia scuola è stata l'ultima a calcare il palco prima della chiusura definitiva. Ci siamo salutati, ma non credevo fosse un addio. Ma oggi funziona così, non si aggiusta più niente, non si cerca di far funzionare qualcosa che già c'è e che è meraviglioso...Si distrugge e si sostituisce con qualcosa che porti più guadagni. Perchè è tutta una questione di soldi. Ma questi sono discorsi noiosi, preferisco lasciarvi dei ricordi felici.
Il saggio è sempre stato in giugno, prima le prove, poi lo spettacolo vero e proprio. Le prove erano la mia parte preferita. Arrivavamo la mattina presto, già tutte truccate e vestite, ed entravamo dal retro, "Ingresso Artisti".
Poi le maestre ci sistemavano nei camerini piastrellati, con le enormi specchiere illuminate e le seggioline di legno. Mi sentivo come una diva di altri tempi....
Scendevamo in platea ed aspettavamo il nostro turno di ballare. La platea era buia, piena stipata di poltroncine in velluto dai sedili mobili, e se nessuno mi vedeva, poggiavo i piedi con le scarpette rosa sopra il sedile di fronte. Finchè "Pallino", il custode presumo, passava e ci brontolava. Però appena spariva dalla vista, via di nuovo con i piedi sopra!!!!
Eravamo piccole ed i larghi e bui corridoi del teatro erano un richiamo troppo forte per noi. Correvamo, ci facevamo paura, urlavamo...Mi ricordo che qualcuno aveva messo in giro la voce che esistesse una stanza segreta al piano superiore, piena di lampadari di cristallo e qualcuna più coraggiosa aveva tentato di trovarla...Senza riuscirci anche perchè puntualmente una delle maestre ci veniva a riprendere minacciando di non farci ballare la sera.
La cosa che però mi viene subito alla mente, quando penso alla Gran Guardia, è il suo odore.
Legno, polvere e sogni. Un mix difficlmente riproducibile e spiegabile. Bellissimo. Mi sentivo a casa lì dentro, sapevo che era mia, anche se per poco. Potevo sedermi dove volevo, potevo guardare le locandine appese ai muri o le vetrine con in mostra gioielli ed abiti antichi, potevo salire sul palco e danzare. Potevo sognare.
Poi la sera lo spettacolo vero e proprio....Il discorso di rito e poi finalmente il sipario si alzava e la magia iniziava, una volta ancora.
Alla Gran Guardia ho pure visto Jurassic Park con Mattia piccolino e terrorizzato che stava in collo a mamma con la schiena rivolta allo schermo.
Ricordo il bar, i popcorn, le bibite...Ricordo le pesanti tende di velluto verde per accedere alla platea...chi non c'è rimasto intarppolato o ha bestemmiato almeno una volta nel tentativo di divincolarsi....
Mamma mi dice sempre che quando era piccola il suo nonno la portava spesso a teatro e per ottenere i posti migliori aveva preso l'abitudine di "corrompere"il bigliettaio con una stecca di ottima cioccolata che recava in dono.
Erano tempi in cui si andava a teatro come il sabato pomeriggio all'ipercoop. Bei tempi, andati. Oggi andare a teatro, o al cinema, è un lusso...
Credevo, da brava illusa, che alla fine l'avrebbero salvata. Che qualcuno avrebbe lottato. Invece l'hanno buttata giù, perchè era la cosa più facile da fare.
Quando avrò figli, o nipoti, racconterò loro di questo teatro e di come gente senza più sogni abbia distrutto un sogno.
Buon grande magazzino a tutti!
Ho scritto una letterina al Tirreno, giusto per dire due parole sul teatro...Non so se la pubblicheranno....
Io e La Gran Guardia, come tante altre ballerine, abbiamo un legame speciale...
Il mio primo saggio è stato lì, più di vent'anni fa....E l'appuntamento si è ripetuto per tanti anni ancora, finchè non ha chiuso cedendo il posto al più popolare e voluto Teatro Goldoni.
La mia scuola è stata l'ultima a calcare il palco prima della chiusura definitiva. Ci siamo salutati, ma non credevo fosse un addio. Ma oggi funziona così, non si aggiusta più niente, non si cerca di far funzionare qualcosa che già c'è e che è meraviglioso...Si distrugge e si sostituisce con qualcosa che porti più guadagni. Perchè è tutta una questione di soldi. Ma questi sono discorsi noiosi, preferisco lasciarvi dei ricordi felici.
Il saggio è sempre stato in giugno, prima le prove, poi lo spettacolo vero e proprio. Le prove erano la mia parte preferita. Arrivavamo la mattina presto, già tutte truccate e vestite, ed entravamo dal retro, "Ingresso Artisti".
Poi le maestre ci sistemavano nei camerini piastrellati, con le enormi specchiere illuminate e le seggioline di legno. Mi sentivo come una diva di altri tempi....
Scendevamo in platea ed aspettavamo il nostro turno di ballare. La platea era buia, piena stipata di poltroncine in velluto dai sedili mobili, e se nessuno mi vedeva, poggiavo i piedi con le scarpette rosa sopra il sedile di fronte. Finchè "Pallino", il custode presumo, passava e ci brontolava. Però appena spariva dalla vista, via di nuovo con i piedi sopra!!!!
Eravamo piccole ed i larghi e bui corridoi del teatro erano un richiamo troppo forte per noi. Correvamo, ci facevamo paura, urlavamo...Mi ricordo che qualcuno aveva messo in giro la voce che esistesse una stanza segreta al piano superiore, piena di lampadari di cristallo e qualcuna più coraggiosa aveva tentato di trovarla...Senza riuscirci anche perchè puntualmente una delle maestre ci veniva a riprendere minacciando di non farci ballare la sera.
La cosa che però mi viene subito alla mente, quando penso alla Gran Guardia, è il suo odore.
Legno, polvere e sogni. Un mix difficlmente riproducibile e spiegabile. Bellissimo. Mi sentivo a casa lì dentro, sapevo che era mia, anche se per poco. Potevo sedermi dove volevo, potevo guardare le locandine appese ai muri o le vetrine con in mostra gioielli ed abiti antichi, potevo salire sul palco e danzare. Potevo sognare.
Poi la sera lo spettacolo vero e proprio....Il discorso di rito e poi finalmente il sipario si alzava e la magia iniziava, una volta ancora.
Alla Gran Guardia ho pure visto Jurassic Park con Mattia piccolino e terrorizzato che stava in collo a mamma con la schiena rivolta allo schermo.
Ricordo il bar, i popcorn, le bibite...Ricordo le pesanti tende di velluto verde per accedere alla platea...chi non c'è rimasto intarppolato o ha bestemmiato almeno una volta nel tentativo di divincolarsi....
Mamma mi dice sempre che quando era piccola il suo nonno la portava spesso a teatro e per ottenere i posti migliori aveva preso l'abitudine di "corrompere"il bigliettaio con una stecca di ottima cioccolata che recava in dono.
Erano tempi in cui si andava a teatro come il sabato pomeriggio all'ipercoop. Bei tempi, andati. Oggi andare a teatro, o al cinema, è un lusso...
Credevo, da brava illusa, che alla fine l'avrebbero salvata. Che qualcuno avrebbe lottato. Invece l'hanno buttata giù, perchè era la cosa più facile da fare.
Quando avrò figli, o nipoti, racconterò loro di questo teatro e di come gente senza più sogni abbia distrutto un sogno.
Buon grande magazzino a tutti!
Già... l'odore
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