Avete presente un riccio? Una pallina di carne morbida, un musino incantevole, le zampette rapide...Tutto ricoperto da uno spesso e pericoloso manto di spine. SPINE. ACUMINATE. PENETRANTI. INCURANTI. Non importa il tipo di nemico. Si issano su a difesa del proprietario, come palizzate all'esterno di un castello sulle cui punte poi rimangono infilzati i nemici. Feriscono, in alcuni casi in modo mortale. Vorrei tanto essere dotata anche io di aculei. O in alternativa vorrei essere un valido arciere con le sue belle frecce pronte ad essere scoccate. E perchè no, magari con la punta intrisa di veleno. Ma non un veleno che uccide, ma del tipo "Veritas Serum". Piton aveva capito tutto. La verità ci sfugge sempre. Per quanto si cerchi di carpirla, di interpretarla, di analizzarla...Ognuno ha la propria e la può distorcere e reinventare quando vuole. Però ad un certo punto si diventa prigionieri delle nostre stesse trappole, come un cacciatore che dissemina il bosco di tagliole e poi si dimentica dove le ha collocate, tante sono le volte in cui ha cambiato la loro dislocazione. Non si sa più cosa è vero e cosa no, cosa è costruito e cosa no, cosa è un preconcetto e cosa non lo è...Rimangono solo credenze sbagliate e bugie con le gambe molto lunghe. Si può scegliere di continuare a crederle reali oppure si può gettare la maschera, prima che sia troppo tardi e che non si scinda più dalla propria pelle.
Io scrivo, prima di tutto, per necessità. Oggi è la Vigilia di Natale e sento la necessità di farlo, perchè mi è stata fatta una domanda banale tempo fa e la mia risposta tuttora non mi soddisfa. "Ti piace il Natale?" E' una domanda banale, no? Eppure non lo è. La mia risposta è stata frettolosa, troppo superficiale, perchè non me l'aspettavo e perchè era tanto che non rivolgevo a me stessa questo interrogativo. Ricordo una me che adorava questo periodo dell'anno, il più bello di tutti. Ricordo i miei ricordi dei Natali passati, dei nonni intorno alla tavola, delle tombolate, dell'ansia sotto il piumone nell'avvertire rumori sospetti di zoccoli di renna, della meraviglia dei regali. Ricordo un tardo pomeriggio, io sdraiata sopra le gambe di babbo mentre lui mi faceva ridere suonando le mie costole come fossero le corde di una chitarra, mentre un'ombra di Babbo Natale passava dietro i vetri della finestra del salotto. Ricordo la musica che risuonava ne
Commenti
Posta un commento