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Danza.

Oggi è proprio iniziata malissimo la giornata. Piango e questa sensazione di malinconia con cui mi sono svegliata so che mi accompagnerà per mano per tutto il tempo. Stasera andiamo in scena e il tema di quest'anno, per la danza moderna, è Peter Pan...Quale scelta più azzeccata! Il bambino che non vuole crescere, che non vuole diventare grande. "Ogni favola è un gioco e finisce se senti Tutti Vissero Felici e Contenti!"
La maggior parte delle persone non può davvero capire cosa significhi per me danzare. Non è colpa loro, non glielo puoi insegnare. Se non hai mai ballato davvero, allora non  hai gli strumenti necessari a comprendere. Chi ha mosso i suoi primi passi nella vita su un pavimento fatto di assi di legno chiaro e nodoso, chi ha avuto come primo punto di riferimento un chiodo piantato nel muro, chi ha trattenuto la pancia a lungo prima ancora di averla davvero, chi conta in base otto-sei-tre, chi ha avuto le gambe costellate di lividi ed i piedi sanguinanti e nonostante questo era felice...Queste persone possono capirmi. Le altre possono solo immaginare il sogno che vivo da quando ho cinque anni. Un sogno fatto di musica, respiri, aria che volteggia, piedi che scivolano, braccia che disegnano....E di un cuore che parla, a chiunque lo voglia ascoltare. Parla una lingua tutta sua dove le parole sono le dita che vibrano, gli occhi che fissano, la testa che scatta, le gambe che sembrano ali. Perchè chi balla sa anche volare. Vola sulle note, vola in alto, vola sui problemi....E quando quelle magnifiche luci si alzano ed il sipario si apre sul mondo, beh quello è il momento per cui davvero vale di vivere. Quindi danzate, danzate, danzate. In una scuola, in una camera, sotto la pioggia, al mare, nelle vostre menti...Perchè per quanto tutto possa andare bene o male, la danza sarà sempre lì con voi e nessuno potrà mai togliervela. Lei è voi! Be Dance!!!!

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Io scrivo, prima di tutto, per necessità. Oggi è la Vigilia di Natale e sento la necessità di farlo, perchè mi è stata fatta una domanda banale tempo fa e la mia risposta tuttora non mi soddisfa.  "Ti piace il Natale?" E' una domanda banale, no? Eppure non lo è. La mia risposta è stata frettolosa, troppo superficiale, perchè non me l'aspettavo e perchè era tanto che non rivolgevo a me stessa questo interrogativo. Ricordo una me che adorava questo periodo dell'anno, il più bello di tutti. Ricordo i miei ricordi dei Natali passati, dei nonni intorno alla tavola, delle tombolate, dell'ansia sotto il piumone nell'avvertire rumori sospetti di zoccoli di renna, della meraviglia dei regali. Ricordo un tardo pomeriggio, io sdraiata sopra le gambe di babbo mentre lui mi faceva ridere suonando le mie costole come fossero le corde di una chitarra, mentre un'ombra di Babbo Natale passava dietro i vetri della finestra del salotto. Ricordo la musica che risuonava ne

L' ardire.

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