Oggi mi sento come fossi drogata, o almeno credo, visto che non ho mai provato alcun tipo di sostanza stupefacente. Un'intera giornata libera, io da sola. Con talmente tante cose da fare accumulate in 18 mesi che all'inizio pensavo non ne avrei combinata mezza ed invece, in ordine, sono riuscita a cucinare qualcosa, andare a pranzo con le amiche, cucire dei sacchettini per l'imminente asilo nido e aprire il pc. Vedo ora due commenti di una persona che mi segue, grazie Season of Soul, scusa se non ho potuto risponderti prima.
Ma veniamo a noi. Uno dei temi uscito fuori a pranzo riguardava la percezione che hanno di noi gli altri e qui cade a fagiolo una cosa che mi ha stata detta giorni fa.
<<..trasmettile un po'della tua pace interiore....>>
<<Quale pace interiore?>> ho risposto ironicamente.
<<Quella che ti permette di sembrare sempre molto calma e pacata.. >>
Mesi fa un altro mio amico, durante un matrimonio, mi fa: << Sei sempre così algida.>>
Ora, chiariamo bene una questione. Chi ti conosce davvero, sa come sei. Ed infatti una delle mie più care amiche, parlando di questa cosa, mi guardò e disse: <<Ma noi lo sappiamo che non sei calma!>>
Oh, sia lodato Gesù Cristo, direbbe un fervido credente. Però ci rimugino spesso, su cosa non rimugino poi... rimugino e basta.
Comunque so benissimo di apparire calma, paziente, accomodante ma è giusto un'apparenza, un contegno esterno alla tempesta interna. E' una cosa che è cresciuta con me, un po' per educazione, un po' perchè si impare a stare al mondo e a convivere con altri esseri, a controllarsi. Suppongo faccia anche parte dell'essere civili. Però mi domando se alle volte, con il tempo, non diventi quasi una seconda pelle, che ci va stretta e che ci spinge magari ad essere più aggressivi, una versione più estrema di noi quando ci troviamo con chi ci conosce bene, con la famiglia e gli amici più intimi. Perchè lo facciamo? Perchè sappiamo di poterlo fare poichè ci amano comunque, perchè siamo veramente privi di filtri, perchè ci ribelliamo al contegno sociale e sentiamo la necessità di liberare il vero noi?
Me lo chiedo spesso, e mi rispondo che esistono anche persone che sono esattamente come appaiono, sempre uguali. IL mondo è bello perchè vario.
Tornando a me, algida proprio è un aggettivo che non mi si addice. Sono un fuoco che brucia, notte e giorno con rari momenti di quiete, sono una tempesta di pensieri ed emozioni, sono un cumulo di cose non dette, di terrori e sogni. Ma tengo tutto questo chiuso in un involucro di compostezza.
Dovremmo essere più come i bambini, con la loro improvvisa irrequietezza, con la loro immaturità emotiva, con la loro innocente curiosità e spontaneità. Invece cambiamo, cresciamo, acquisiamo competenze relazionali e sappiamo prevedere le conseguenze di determinati comportamenti ed azioni e quindi sterziamo e raddrizziamo la rotta di continuo.
Più vado avanti e più trovo tutto complicato e allo stesso tempo di una semplicità disarmante. Alla fine solo pochi ci conoscono davvero, ma è di estremo conforto esserne consapevoli. Spesso ci doniamo al mondo senza venire compresi, ed è un peccato. Quindi doniamoci a chi ci vede per quello che siamo. Dobbiamo smettere di trattenere chi non vede. Smettere di trattenere.
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