Questo weekend sono stata a Londra, una piccola fuga per salutare mio fratello, che vive là, e staccare la spina dalla quotidianità.
Tre giorni di sole dopo quasi un mese di pioggia in patria, vento gelido come una lama di acciaio e passeggiate quasi senza un obiettivo, tra banchetti di cibo e artigianato, camminado su tappeti di foglie di ginko biloba dorate e sentieri limacciosi, cani fangosi nei parchi, cigni danzanti nei ponds di Hampstead Heath. Un pranzo da leccarsi i baffi al River Cafè, sulle sponde del Tamigi, un bagel nella bakery ebrea più famosa di Brick Lane (una sorta di Gagarin livornese londinese), una cena da Princi ed un altro pranzo in un ristopub, gestito da italiani, ad Hampestead.
50000 passi fatti quasi galleggiando, in uno stato di quiete privo di pensieri lavorativi e di mal di testa muscolotensivi. Però mi sono sbranata le pellicine delle mani, segno che il mio subconscio ansioso ha lavorato tanto e comunque. Li mortacci sua.
La foglia di ginko biloba, riconoscibilissima se la si conosce, secondo mio fratello puzza di marcio, e se lo dice lui che è sommelier, ci credo. Sia io che lui la conosciamo perchè alle medie una prof di matematica e scienze ci aveva fatto fare un giro al Parterre, il parco cittadino che sta di fronte casa nostra, e per l'appunto aveva insistito un mucchio sulle foglie bilobate e righettate di questo albero. Da allora, più di vent'anni fa, non ce ne siamo più scordati.
Ho scoperto che potrei comprare una casa per le vacanze ad Hampstead, una sorta di cittadina elegante lontano dalla pazza folla londinese, dove villette indipendenti adornate di verde si affacciano su vicoli incantati.
La pazza folla metropolitana, sempre di corsa tra metro scale e un pasto veloce, calzante scarpe da ginnastica sotto pellicce trendy, zaini pratici su cappotti eleganti, con le cuffie nelle orecchie ed il cellulare sempre in mano.... mi spaventa. Mi chiedo come facciano e la risposta potrebbe essere molto banale: ci sono abituati, sono cresciuti così e non conoscono una realtà diversa. Io non potrei vivere alla loro velocità, e già la mia alle volte è troppo. Ho bisogno di pause, di tempi, di nullafacenza o solo dell'idea prospettica di un'ipotetico ozio; la vita non è solo "qualcosa che devi fare": devo andare a lavoro, devo andare in palestra, devo fare la spesa, devo andare in banca etc etc.
Sarò banale e scontata, retorica ed ingenua, secondo l'opinione d'altri. Ma per me i banali siete voi. 1 a 1 palla al centro.
Intanto mi crogiolo nei ricordi di questo weekend via dalla pazza folla, tra i raggi obliqui di un sole che non riesce a scaldare niente e l'umidità che vince su tutto, tra le foglie viscide di ginko biloba e le oche a testa in giù nel fiume gelido, tra il vento che spira e gli scoiattoli che nascondono cose, tra la risata rilassata di mio fratello e mio marito che parlano di argomenti a me sconosciuti, tra un sogno e la realtà.
Tre giorni di sole dopo quasi un mese di pioggia in patria, vento gelido come una lama di acciaio e passeggiate quasi senza un obiettivo, tra banchetti di cibo e artigianato, camminado su tappeti di foglie di ginko biloba dorate e sentieri limacciosi, cani fangosi nei parchi, cigni danzanti nei ponds di Hampstead Heath. Un pranzo da leccarsi i baffi al River Cafè, sulle sponde del Tamigi, un bagel nella bakery ebrea più famosa di Brick Lane (una sorta di Gagarin livornese londinese), una cena da Princi ed un altro pranzo in un ristopub, gestito da italiani, ad Hampestead.
50000 passi fatti quasi galleggiando, in uno stato di quiete privo di pensieri lavorativi e di mal di testa muscolotensivi. Però mi sono sbranata le pellicine delle mani, segno che il mio subconscio ansioso ha lavorato tanto e comunque. Li mortacci sua.
La foglia di ginko biloba, riconoscibilissima se la si conosce, secondo mio fratello puzza di marcio, e se lo dice lui che è sommelier, ci credo. Sia io che lui la conosciamo perchè alle medie una prof di matematica e scienze ci aveva fatto fare un giro al Parterre, il parco cittadino che sta di fronte casa nostra, e per l'appunto aveva insistito un mucchio sulle foglie bilobate e righettate di questo albero. Da allora, più di vent'anni fa, non ce ne siamo più scordati.
Ho scoperto che potrei comprare una casa per le vacanze ad Hampstead, una sorta di cittadina elegante lontano dalla pazza folla londinese, dove villette indipendenti adornate di verde si affacciano su vicoli incantati.
La pazza folla metropolitana, sempre di corsa tra metro scale e un pasto veloce, calzante scarpe da ginnastica sotto pellicce trendy, zaini pratici su cappotti eleganti, con le cuffie nelle orecchie ed il cellulare sempre in mano.... mi spaventa. Mi chiedo come facciano e la risposta potrebbe essere molto banale: ci sono abituati, sono cresciuti così e non conoscono una realtà diversa. Io non potrei vivere alla loro velocità, e già la mia alle volte è troppo. Ho bisogno di pause, di tempi, di nullafacenza o solo dell'idea prospettica di un'ipotetico ozio; la vita non è solo "qualcosa che devi fare": devo andare a lavoro, devo andare in palestra, devo fare la spesa, devo andare in banca etc etc.
Sarò banale e scontata, retorica ed ingenua, secondo l'opinione d'altri. Ma per me i banali siete voi. 1 a 1 palla al centro.
Intanto mi crogiolo nei ricordi di questo weekend via dalla pazza folla, tra i raggi obliqui di un sole che non riesce a scaldare niente e l'umidità che vince su tutto, tra le foglie viscide di ginko biloba e le oche a testa in giù nel fiume gelido, tra il vento che spira e gli scoiattoli che nascondono cose, tra la risata rilassata di mio fratello e mio marito che parlano di argomenti a me sconosciuti, tra un sogno e la realtà.
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