Passa ai contenuti principali

Scivolo via.

E' decisamente il mio anno questo. Prima il libro, adesso quello che aspettavo da tre lunghissimi anni. Il giorno prima dell'esame mamma ha sognato i miei due nonni che scivolavano giù da una discesa, uno dopo l'altro, senza fatica e con il sorriso. Era il loro modo di dirle che stavolta sarebbe andato tutto bene, che anche io sarei scivolata via come loro. Se fossero ancora qui sarebbero straorgogliosi del mio percorso e a loro dedico questo mio ultimo successo. A tutti i sognatori invece dico di continuare a sognare, finchè ci riuscite e finchè il vostro sogno non vi fa del male. Io ero arrivata al punto di rassegnarmi, di riporlo davvero nel famoso cassetto perchè non potevo più tollerare di sperare invano. Sarei passata al piano B con la consapevolezza che quello forse era il sogno sbagliato. Invece lui è venuto da me e mi ha smentito. Ho sempre, sempre, sempre sperato in una possibilità, ma non mi sarei autodistrutta nel tentare in tutti i modi possibili di farlo mio. Se non doveva essere, pace. Invece eccoci qui, io ed il mio sogno, a braccetto, sulla cima di un bello scivolo sabbioso che mi ricorda tanto le dune delle spiagge pugliesi da cui scendevo con nonno. Sono felice come allora. Alzo le braccia in alto, i palmi aperti verso il cielo, guardo nonno e mio fratello accanto a me che stanno facendo lo stesso, urlo al resto della famiglia che è rimasta in basso, vicino al mare e mi butto. Scivolo via e la rabbia, la delusione, l'amarezza volano lontane. Ero bloccata sulla mia stessa strada e non lo sono più. Grazie a tutti.

Commenti

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Ti piace il Natale?

Io scrivo, prima di tutto, per necessità. Oggi è la Vigilia di Natale e sento la necessità di farlo, perchè mi è stata fatta una domanda banale tempo fa e la mia risposta tuttora non mi soddisfa.  "Ti piace il Natale?" E' una domanda banale, no? Eppure non lo è. La mia risposta è stata frettolosa, troppo superficiale, perchè non me l'aspettavo e perchè era tanto che non rivolgevo a me stessa questo interrogativo. Ricordo una me che adorava questo periodo dell'anno, il più bello di tutti. Ricordo i miei ricordi dei Natali passati, dei nonni intorno alla tavola, delle tombolate, dell'ansia sotto il piumone nell'avvertire rumori sospetti di zoccoli di renna, della meraviglia dei regali. Ricordo un tardo pomeriggio, io sdraiata sopra le gambe di babbo mentre lui mi faceva ridere suonando le mie costole come fossero le corde di una chitarra, mentre un'ombra di Babbo Natale passava dietro i vetri della finestra del salotto. Ricordo la musica che risuonava ne

L' ardire.

 Alla domanda «Come immagini la tua mente?» ho risposto «Come una rete incasinata». «Puoi dirmi qualcosa di più di questa rete?» La vedevo come una serie di ragnatele parallele fra loro disposte su piani che si intersecano a creare un intrico di fili grigi, a maglie abbastanza strette. Sfondo nero. E mi sentivo costretta tra quelle reti. «Cosa faresti a quella rete?» Ho mimato il gesto di allargarla partendo dal centro e spingendo verso i lati in modo che le ragnatele rimanessero sui bordi e al centro aumentasse il nero. Poi ho visto un volto emergere da quel buio. E poi piano piano quel tunnel di fili si è trasformato in un tunnel fatto di tronchi e chiome verdi, fitti fitti da schermare in buona parte la luce del sole che filtrava nel tentativo di rischiarare tutto. E poi ho aggangiato il ricordo della mia poesia preferita, I Boschi di Westermain, e l'immagine della copertina del mio libro preferito in cui nel mezzo del bosco è dipinta una casa. "Entra in quei boschi incanta

I Boschi di Westermain.

Entra in quei boschi incantati tu che ne hai l'ardire. Niente ti farà del male sotto le foglie Più di quanto non ne faccia il nuotatore alle onde che fende. Getta in alto il tuo cuore lassù con l'allodola, Camminando in pace con il topo ed il verme, viaggerai bene. Solo per timore del buio Trema, ed essi lascieranno la loro forma. Migliaia di occhi sotto i cappucci stanno intorno ai tuoi capelli. Entra in quei boschi incantati tu che ne hai l'ardire. George Meredith La mia poesia preferita di sempre. Buon 1 Maggio!