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La diplomazia? A piccole dosi, qb.

Sono sempre stata poco incline al cambiamento, davanti alle novità faccio muro, mi oscuro e comincio a vagliare tutti i "sè". Tradire l'abitudine mi spaventa. Tradire qualcosa che è da tanto in un modo mi fa sentire ingrata, dubbiosa, e piena di "ma". Comincio a pensare di avere dei tratti ossessivo-compulsivi, forse solo un'inclinazione potenziale che resta in secondo piano grazie alla mia contemporanea capacità di sbattermene degli schemi e delle regole. Sono dicotomica, costantemente in conflitto con me stessa. Tanti mi definiscono diplomatica, io non userei mai un aggettivo così per me, mamma dice che quando voglio so essere diplomatica. Quindi tendenzialmente non lo sono. Chi mi conosce bene sa quanto possa essere diretta e non politicamente corretta. Come si fa ad essere amici di tutti? E' come esserlo di nessuno. Non mi piacciono i "politici", non mi piace chi non si schiera mai, non mi piace chi cerca sempre di accomodare le cose. A volte c'è bisogno che si frantumino. Però intorno è sempre più un covo di persone che per motivi vari (quieto vivere, fifa-di cosa poi?-, paraculismo, inerzia) non dice ciò che pensa (o se lo fa, solo in separata sede). Chi invece è leale con se stesso è un "diverso", uno "ganzo", una figura mitologica che sì, ti garba, ma come ti garba un supereroe dei film. Batman è figo, è giusto, è un grande, "ma chi me lo fa fare a me di rompermi le scatole così?"- "mangiare, lavorare, dormire".
Vedo tanti pecoroni in giro, assuefatti al tram tram quotidiano, senza aspirazioni ma pieni di lamentele, senza sogni se non la birra davanti alla tv, senza voce. Parlate. Fa bene.
Anche cambiare fa bene: di tanto in tanto. Se siete delle brave persone, non cambiate.
La diplomazia? A piccole dosi, qb.

Commenti

  1. Ho iniziato a leggere il tuo blog. Di tanto in tanto faccio una capatina.. Dovresti scrivere più spesso, però! :)

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